© 2024 Casa Casper. Centro Studi di Filosofia del Dialogo

IL PENSIERO DIALOGICO

«Nella storia del pensiero occidentale, che è un dialogo con se stesso, il pensiero dialogico è stato il momento in cui questa nuova concezione dell’essere come linguaggio che accade ha potuto emergere storicamente a partire da se stessa. […] Così viene toccato ciò che fa essere tutto l’essere e il pensare dell’uomo» 

B. Casper, Das Dialogische Denken. Eine Untersuchung der religionsphilosophischen
Bedeutung Franz Rosenzweigs, Ferdinand Ebners und Martin Bubers, 1967.


«Un ultimo passo ancora dovrebbe condurci alla soglia della risposta che si cerca per la domanda "chi sono io?", e se l'incitamento a tale ricerca stava scritto sul tempio di Delfo, la risposta ora risuonerà da un tutt'altro tempio.Non è un caso che nell'anno della morte di Simmel, 1918, e nel seguente si sia verificato uno dei più strani fenomeni di acasuale contemporaneità nella storia dello spirito: la simultanea comparsa del principio dialogico e in campi tra i più divisi. Quattro complessivamente. Tre sono isolati: a Wiener Neustadt il solitario maestro di scuola elementare Ferdinand Ebner, a Francoforte Martin Buber, che ammette per la terza ed ultima parte del suo Ich un Du l'influsso di Ebner, ma che arrivò da proprie anteriori riflessioni alle sue intuizioni centrali, in Francia Gabriel Marcel, che dal 1914, portando avanti il suo Journal Métaphysique, era arrivato prorpio intorno al 1918 a formulazioni quasi identiche. Finalmente il gruppo intorno a Franz Rosenzweig, il quale come discepolo di Hermann Cohen lesse in manoscritto l'ultima opera di costui, Religio der Vernunft aus den Quellen des Judentums (1917-1918), dove stava scritto che solo il Tu, la scoperta del Tu, porta me stesso alla coscienza del mio Io»

H.U. von Balthasar, Teodrammatica I, Introduzione al dramma, § Il principio dialogico, 1973

PAGINA IN COSTRUZIONE